È una immensa marea bianca quella che si accende davanti agli occhi; un mare luccicante che si perde all’infinito.
É luce abbagliante che riflette ogni minuscolo cristallo che brilla come il diamante più prezioso.
È in questa terra di nessuno che Sherif piega la schiena dieci, cento volte ogni giorno per modellare come pochi sanno fare il blocco di sale.
Un movimento ancestrale che si perde nella notte dei tempi quando quella lastra sostituiva il denaro, e ogni ganfur doveva essere tagliato a regola d’arte.
Nessuno di questi uomini oggi ne conosce l’origine, ma la paura che un giorno tutto questo scompaia è palpabile e tagliente come un cristallo di sale.
Sherif ha la pelle nera come il carbone, le mani sono macigni che non si fermano un solo attimo.
Ogni lastra tagliata è un pezzo di pane guadagnato, un frammento di vita conquistata e da queste parti la vita vale quanto il sale.
Ogni mattina di ogni giorno nella piana la luce è accecante e il caldo opprimente, ma Sherif e i suoi compagni lavorano senza sosta: spaccano, sollevano, tagliano e caricano forme di sale.
La carovana di dromedari ha attraversato il greto del fiume per giungere sin qui accompagnata dal canto del carovaniere, una melodia così dolce e malinconica che risuona come un’eco nella vastità della piana.
Sherif non ha una bella voce e non conosce il canto della carovana ma ha braccia robuste, mani come macigni.
“Ogni lastra tagliata è un pezzo di pane guadagnato, un frammento di vita conquistata e da queste parti la vita vale quanto il sale.”
Backstage
Ho un rapporto particolare che mi lega ormai da molti anni con la Dancalia e con il popolo Afar. Ho avuto la fortuna di vivere la magia di questo luogo, ho seguito le carovane lungo il fiume Saba mentre trasportavano i blocchi di sale. Ho imparato a conoscere frammenti di vita di molte delle persone che lavorano nella piana del sale. Ognuno di loro ha storie incredibili legate a questa vita così dura e difficile da immaginare. Come Sherif ci sono decine di tagliatori che passano le loro giornate a compiere sempre lo stesso gesto. Un gesto che si perde nella notte dei tempi.
Massimo Bicciato, fotografo e viaggiatore.