Testo e foto di The Pill Outdoor Journal
Dei tanti splendidi luoghi che svettano sul Lago di Garda, il Monte Altissimo, con i suoi 2.078 m s.l.m. risulta uno dei più affascinanti e belli da esplorare. Facilmente raggiungibile sia da Nago che da Rovereto, in Trentino, questa montagna è una meta ambita per molti abitanti del luogo, ma anche per alcuni turisti che non vedono l’ora di ammirare il lago da una prospettiva diversa.
Per arrivare alla cima ci sono molte vie di accesso e in questa giornata di hiking abbiamo deciso di scoprire le due più quotate. I due itinerari iniziano in punti diversi, ma molto vicini tra loro.
Il primo parte dal Rifugio Graziani, un luogo molto comodo e dotato di un ampio parcheggio. La partenza del secondo, invece, si trova a Bocca di Navene, ad 1 km circa dal rifugio, proprio lungo la stessa strada provinciale che vi porta sul monte. Anche imboccando questo secondo itinerario troverete un piccolo parcheggio, posto in una piazzola a lato della strada, ma vi consigliamo, se valutate di partire da questo punto, di arrivare presto la mattina, altrimenti sarà difficile trovare posto.
La particolarità di questi due itinerari è che si possono unire in un unico percorso ad anello, e qui vi spiegheremo come abbiamo fatto noi.
Prima di tutto abbiamo parcheggiato il nostro veicolo proprio al Rifugio Graziani e abbiamo imboccato il sentiero 633 verso il Rifugio Damiano Chiesa. L’itinerario è agevole, il sentiero risulta ampio e sterrato, oltre ad avere una ripidità costante, ha anche il pregio di essere adatto a tutte le età. Da questo lato della montagna la salita risulta più corta e moderata, ma si tratta comunque un dislivello di 500 m, quindi facile, ma forse non per tutti. Lungo questo percorso avrete la possibilità di ammirare sia i paesaggi verso il Lago di Garda, sia quelli della Vallagarina.
Dopo un’ora di cammino, molti tornanti e alcuni scatti d’obbligo, si arriva dunque al Rifugio Damiano Chiesa. Pochi metri dietro l’edificio troverete la croce che segna la cima! Vi consigliamo di non fermarvi qui, ma di recarvi alcuni metri dopo, verso il lago, per ammirare uno dei più bei panorami che il Trentino ha da offrivi.
Dopo una bella pausa, qualche risata e alcuni minuti per goderci il panorama ci avviamo verso la discesa che, contro ogni aspettativa, sarà ancora più bella della vetta. Dopo 500 m dalla cima si può trovare il sentiero 651 per Bocca Navene e questa sarà la vostra discesa. La particolarità di questo percorso è che scende lungo le creste del Lastè di Tolghe e ha vari punti panoramici, oltre ad un branco di camosci molto affezionati della zona che ogni anno la rendono casa propria. Questo itinerario, però, è leggermente più lungo dell’altro, quindi vi condurrà al rifugio Graziani in circa un’ora e mezza. Possiamo assicurarvi, tuttavia, che ne varrà la pena. Solo dopo pochi metri vi renderete conto che la fatica sarà ripagata. Considerati gli svariati punti con strapiombi e burroni vi consigliamo di procedere con cautela, soprattutto se con voi ci saranno bambini.
Dopo circa un’ora di cammino, molti scorci e panorami mozzafiato, arriverete in un piccolo bosco, non preoccupatevi e continuate a seguire il sentiero, perché vi riporterà proprio sulla strada principale, pochi metri sotto il Rifugio Graziani.
Questi due percorsi solitamente sulle guide risultano separati, ma per un’esperienza più esplorativa e per scoprire appieno tutta la bellezza di questa montagna, vi consigliamo di percorrerli così.
Caterina, pallavolista: “Ho sempre amato fare sport, ma da alcuni anni ciò che amo di più è una giornata all’aria aperta in montagna. Sull’Altissimo ho sperimentato la lana merino di Rewoolution e la cosa che ho amato di più è la sua capacità di traspirazione. Non ti lascia mai quella brutta sensazione di umido addosso.”
Luca, appassionato di trekking e hiking: “Da quando sono piccolo frequento la montagna e crescendo ho continuato ad esplorare e cercare nuove avventure. Ho testato di recente i prodotti Rewoolution sul Monte Altissimo e mi sono trovato bene. Nonostante il freddo e il vento, mi hanno tenuto al caldo.”