Scopriamo insieme cosa sono le microplastiche e perché la lana rappresenta la soluzione green per l’abbigliamento sportivo.
Che cosa sono le microplastiche?
Le microplastiche sono frammenti di fibre e di piccole particelle di plastica di dimensione inferiori al millimetro, create principalmente a causa dell’enorme produzione industriale di plastiche. Ad oggi si conta che ogni anno più di 2 milioni di tonnellate di queste microplastiche sono immesse negli oceani di tutto il mondo.
Queste particelle, che vengono spesso ingerite dalla fauna marina viste le loro dimensioni così ridotte, sono arrivate persino a modificare la catena alimentare tanto che, secondo recenti studi di Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) è stato dimostrato che circa il 15-20% delle specie marine che finiscono sulle nostre tavole contengano microplastiche.
Il settore tessile è uno dei principali responsabili per l’inquinamento da microplastiche: tra le 200 mila e le 500 mila tonnellate ogni anno sono prodotte durante l’intero ciclo vitale del settore. Secondo la ricerca “Microplastic pollution from textile consumption in Europe” dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eea) il settore tessile produce circa l’8% delle microplastiche europee e tra il 16% e il 35% a livello mondiale.
Una delle principali cause di rilascio di microplastiche è il lavaggio in lavatrice dei capi sintetici, i quali rappresentano, ad oggi, circa il 60% delle fibre utilizzate ogni anno nell’industria tessile e, secondo alcune stime, sono la causa di quasi il 35% delle microplastiche che finiscono in mare ogni anno, viste le loro dimensioni ridotte e la loro non degradabilità.
Più laviamo, più microplastiche immettiamo in mare e nell’ambiente.
È questa una delle motivazioni per cui si raccomanda di aumentare l’utilizzo delle fibre naturali e di materiali non sintetici, come per esempio la lana, nei mercati tessili mondiali, essendo questa a basso inquinamento da microplastiche grazie alla sua naturale biodegradabilità, e considerato che richiede lavaggi meno frequenti e a temperature più basse.
Secondo alcuni studi – condotti da SIFO, National Institute for Consumer Research – 23.09.2011 “Consumer’s wool wash habits – and opportunities to improve them” – i capi in lana hanno un grande potenziale per ridurre gli effetti ambientali derivanti dall’utilizzo quotidiano degli indumenti, rispetto ad altre fibre, naturali e non.
Difatti, i capi in lana possono essere utilizzati più a lungo, riducendo il numero dei cicli di lavaggio, grazie alla loro naturale repellenza allo sporco e alla possibilità di igienizzarli anche per mezzo di azioni di aerazione, esposizione al sole e spazzolamento. Inoltre, i programmi di lavaggio della lana hanno temperature più basse e cicli più brevi, pertanto, il consumo di energia è molto inferiore rispetto ad altri materiali/fibre.
La temperatura media di lavaggio di una t-shirt in lana è significativamente inferiore (circa il 30%) a quella di una t-shirt in cotone e anche la frequenza dei lavaggi risulta differente: una t-shirt in lana è spesso lavata ogni 6/10 giorni rispetto ai 2/5 di quella in cotone e ancora meno per quelle in materiale sintetico. Questo, grazie alla migliore resistenza allo sporco e alla capacità della lana di risultare traspirante ed inodore anche dopo vari utilizzi.
Si stima infatti che una t-shirt in lana permetta di avere potenzialmente un risparmio annuo di quasi 100 cicli di lavaggio in lavatrice rispetto ad una t-shirt in cotone o ancor più in poliestere.
Ognuno di noi con le proprie scelte diventa quindi responsabile per il futuro dell’ambiente in cui viviamo.
Le aziende così come i singoli possono impattare significativamente e l’impegno di ognuno può rappresentare la chiave di svolta per un futuro più sostenibile e per ridurre l’inquinamento.
Acquistare un capo Rewoolution significa contribuire a proteggere l’ambiente e le generazioni future. I prodotti Rewoolution infatti sono in pura Lana Merino, 100% naturale, rinnovabile e biodegradabile. Impieghiamo per la produzione dei nostri capi solo lane etiche provenienti dalla Nuova Zelanda, con certificazione ZQ, ovvero ottenute attraverso una produzione sostenibile. Inoltre, una volta dismessi, i capi in lana grazie alla loro biodegradabilità rientrano nel ciclo naturale di decomposizione.
Per concludere vi lasciamo di seguito alcuni consigli per l’acquisto, utilizzo e lavaggio dei capi al fine di ridurre al minimo le emissioni di microplastiche:
- Prediligere capi di abbigliamento in fibre naturali e di materiali non sintetici, tra cui la lana, biodegradabile e con un basso impatto di microplastiche nell’ambiente;
- Considerare il capo in lana anche per le sue caratteristiche in termini di durata, riciclabilità e cura a basso impatto ambientale;
- Sfruttare la naturale propensione dei capi in lana alla resistenza allo sporco per ottimizzare i lavaggi riducendo così il numero e il consumo di acqua ed energia rispetto ai capi in altre fibre naturali e sintetici;
- Lavare i capi solo se strettamente necessario, usando poco detergente e scegliendo un ciclo a bassa temperatura;
- Lavare i capi sintetici in washing bag apposite che trattengono una parte delle microplastiche disperse.