La Poire è uno sperone roccioso che si trova poco sotto la cima del Monte Bianco, visto dal basso ha la forma inconfondibile di una pera. Il versante Brenva del Monte Bianco è il più selvaggio, aspro e per dimensioni non ha nulla da invidiare alle pareti più blasonate delle montagne Himalayane. Su questa parete si sono cimentati alcuni tra i più abili alpinisti di tutti i tempi.
L’idea di sciare dalla cima del Monte Bianco mi è venuta osservando la montagna dal balcone di casa. Dopo anni di osservazione e valutazioni, ho individuato un possibile itinerario che dalla cima del Monte Bianco di Courmayeur scende quasi verticalmente tra la Poire e i ripidissimi speroni di roccia della vicina Aiguille Blanche fin sul ghiacciaio della Brenva per 1.500 metri di dislivello.
Si tratta di una discesa che non ha precedenti per difficolta tecniche, esposizione ai pericoli oggettivi e dislivello totale.
Lunedì 25 maggio 2020 sulla cima del Monte Bianco, la temperatura è intorno ai – 15° con raffiche di vento da ovest fino a 30 km/h.
Scendendo verso il Monte Bianco di Courmayeur (4.748m.) le pendenze sono inizialmente dolci. Proseguendo però diventano subito serie e, lasciato il primo seracco sulla sinistra, un ripido canale, per fortuna innevato, permette di accedere al seracco di sinistra della Poire.
Quando si osserva questa parte del Monte Bianco dal fondo valle, si ha la sensazione che l’ambiente lassù sia maestoso, ma essere qui è davvero impressionante. Il ghiaccio del seracco ha uno spessore di almeno 300 metri, ci si sente piccoli e insignificanti: un palazzo di 10 piani di ghiaccio potrebbe crollare in qualsiasi momento e spazzarmi via.
Superato il primo seracco, non ci sono possibilità di fuga, si deve per forza scendere oppure ritornare a monte scalando, non è possibile uscire lateralmente da quell’enorme imbuto di ghiaccio e rocce verticali.
Sono state necessarie 3 corde doppie (120m) per superare la parte sottostante al seracco completamente priva di neve. Successivamente, una stretta lingua di neve in cui stavano a mala pena i miei sci, mi ha permesso di sciare fino alla base del Pilier d’Angle per un totale di 1500 metri di dislivello.
La discesa che ho realizzato è sicuramente la più difficile che abbia affrontato nella mia carriera; molto articolata, con pendenze costanti, spesso sopra i 55° con alcuni tratti a 60°.