La piazza è un’immensa distesa vuota, libera da ogni vincolo.
Una piazza senz’anima alla luce del giorno.
Il segreto è la notte quando l’uomo la occupa per sprigionare la sua creatività.
Gli artisti si esibiscono di fronte a genti venute da lontano per guardare, ascoltare e sognare un mondo che si muove, che canta e decanta.
La piazza diventa dramma, poesia, invenzione e suoni, magia, giocolieri e illusionisti.
Sono i cantastorie, gli acrobati, i guaritori, gli incantatori di serpenti, gli indovini e i suonatori berberi.
Sono gli incontri sognati di amanti fuggiaschi, parole sussurrate, appuntamenti svaniti. Sono i sogni incompiuti al calare delle tenebre.
La piazza è un palcoscenico che muta col trascorrere del tempo.
Gli amanti dopo avere sorseggiato l’ultimo chai, si faranno predire il futuro prima di confondersi tra la folla.
La piazza si svuota, torna il silenzio e ognuno segue il proprio destino.
Passo davanti al Café Des Épices prima d’essere inghiottito come l’ultimo degli illusionisti.
“A Jemaa el-Fnaa sono presenti tutti gli elementi per volare con la fantasia.”
Backstage
Marrakech e la sua piazza sono da sempre un sogno. Per un motivo o per un altro non avevo avuto l’occasione di visitare questo luogo prima di qualche anno fa. Non mi sembrava vero di trovarmi finalmente nella piazza dove Elias Canetti ha ambientato il romanzo “Le voci di Marrakech”. Una piazza che è Patrimonio orale e immateriale dell’umanità decretato dall’Unesco, ma soprattutto una piazza nella quale si radunano ancora oggi personaggi stravaganti. A Jemaa el-Fnaa sono presenti tutti gli elementi per volare con la fantasia. Ho trascorso ore e nottate intere ad osservare questo luogo e la gente che lo compone. Scattavo e sognavo storie di cantastorie e illusionisti.
Massimo Bicciato, fotografo e viaggiatore.